Un secondo tubo per la sicurezza
Il sig. Paolo Vismara di Porza scrive:
“Ho letto con piacere l'editoriale di «Cooperazione» apparso la settimana scorsa. Il caporedattore ha ben evidenziato i problemi viari di chi, per ragioni di lavoro o di piacere, deve valicare il S.Gottardo durante il week end. Purtroppo si sa che durante l'estate il traffico sull'asse nordsud aumenta a causa dei vacanzieri che si recano a passare il loro meritato riposo in Ticino o in Italia. La conseguenza per gli automobilisti sono le lunghe code che si formano al S. Gottardo. Immaginare una chiusura totale della galleria per più di tre anni, come si prevede nel caso in cui non si voglia procedere con la realizzazione di un secondo tubo, sarebbe disastroso e farebbe precipitare nel caos più completo l'intero sistema di collegamento da e per la Svizzera interna.”
“Un dato di fatto è certo: la galleria attuale è stata inaugurata nel 1980 e, dopo oltre trent'anni di onorata attività, ha bisogno di un risanamento strutturale. L'unica via possibile per poter continuare a garantire una via d'accesso al Ticino o, rispettivamente, al resto della Svizzera, è quella di costruire un nuovo tubo.”
“Molti tendono a lamentarsi che così facendo si aumenterà il traffico e il Ticino ne subirà le conseguenze. Basta con questi giochetti subdoli, le corsie rimarranno le stesse (una per andare, una per tornare). Ciò che aumenterà, semmai, sarà la sicurezza per tutti gli automobilisti.”
“Come detto giustamente anche da Daniele Pini su «Cooperazione», se si decidesse di chiudere la galleria attuale per procedere ai lavori di rinnovo, le soluzioni per gestire il traffico al S.Gottardo sarebbero molto più gravi, con la costruzione di grandi stazioni di trasbordo che porterebbero solo ulteriore caos.”
“Non oso immaginare una situazione del genere e spero vivamente che il Ticino e tutta la Svizzera abbiamo un occhio di riguardo per il nostro valico più importante.”
Progresso, tecnologia, benessere…
(by Massimo Enzo Grandi)
Ascoltando un interessante servizio su RSI1 in cui si parla di viaggi sulla luna, astronauti, tecnologia ecc.
Dopo vari racconti sui diversi viaggi, sui personaggi che li hanno compiuto, sullo sbarco sulla luna e altre belle avventure, improvvisamente l’intervistatore chiede “Ma in fin dei conti, a cosa ci è servito, a cosa ci serve questa esplorazione dello spazio?”
Dopo aver sottolineato che queste esperienze sono praticamente un nonnulla rispetto allo scopo asserito di ricerca della nostra identità terrestre all’interno di un universo infinito, l’intervistato inizia a sottolineare l’importanza che abbiano avuto queste esperienze per il progresso dell’umanità. Non mi sfugge un commento di questo personaggio che asserisce che non dobbiamo dimenticare che la tecnologia utilizzata dalla NASA ha contribuito sensibilmente al progresso sviluppando la tecnologia che al giorno d’oggi ci contraddistingue, come Natel, Internet ecc. quindi al benessere dell’umanità stessa.
Allibito vorrei potergli gridare: “Che cavolo stai dicendo?” con l’espressione del nostro caro Arnold….
Penso… penso… e ripenso…
Che cos’è il benessere? Perché è così diverso per ognuno di noi? Cosa significa il nostro agire per il benessere?
Le domande si aprono una dopo l’altra. Sono centinaia, migliaia…
Questa persona che sta parlando alla radio e ascoltata (forse) da qualche migliaio di persone, sta asserendo che la tecnologia che stiamo utilizzando al giorno d’oggi è un benessere…
Secondo questa persona (e moltissime altre) avere a disposizione un iPhone o un Samsung di ultima generazione è benessere?
Obbligare gli utenti televisivi e/o radiofonici a cambiare gli apparecchi o a comperare marchingeni vari supplementari per la riecezione “ottimale” è simbolo di benessere?
Creare situazioni economiche favorevoli solo a grossi gruppi imprenditoriali è simbolo di benessere?
Permettere a industrie private di gestire a piacimento i servizi sanitari e sociali a scopo di lucro è benessere?
Investire miliardi per “possibili” situazioni del futuro, chiudendo gli occhi sulle persone che intanto ai bordi di questa autostrada industriale stanno letteralmente diventando un’ombra di se stessi, è benessere?
Stiamo parlando di benessere del singolo essere umano o semplicemente dell’unico benessere che viene tenuto in conto: quello economico? (che appartiene solo ad uno stretto gruppo di persone).
L’ho già citato da qualche altra parte che secondo un famoso personaggio un paese si muove al passo del cittadino più lento, peraltro io vorrei aggiungere che “correre avanti più in fretta per preparargli un riparo per il futuro” non è la cosa migliore da fare. Non possiamo, o meglio non dobbiamo spendere neppure un centesimo per creare una situazione futura in cui chi non ce la fa oggi potrebbe (e lo sottolineo come condizionale: potrebbe) trarne vantaggio. E intanto nell’immediato cosa fa? Deve forse continuare ad avere fiducia in chi gli fa credere di agire per il suo bene? che gli fa credere che la sua sofferenza attuale lo porterà ad uno sviluppo meraviglioso di un domani molto, ma mooolto lontano? O addirittura che porterà i suoi figli ad averlo?
Quindi:
Progresso: Dovrebbe essere un avanzamento comune di ogni singolo individuo, non la creazione di prodotti raggiungibili solo da alcuni a scapito dell’identità e della dignità di altri
Tecnologia: Non serve a nessuno, a meno che sia gratuita e disponibile a chiunque per il benessere generale (il benessere come specificano nel prossimo punto).
Benessere: anche se per ognuno è diverso, quello comune dovrebbe essere sociale e solidale, non prettamente egoistico ed economico, mentre quello personale è legato principalmente alla stima ed al rispetto di se stessi, come pure al riconoscimento da parte della società della propria individualità.
Tutti quindi vogliamo il benessere. Peccato che il benessere lo interpretiamo in modi diversi.