mercoledì 19 giugno 2013

Diritti e dovere

by Massimo Enzo Grandi
Al mondo abbiamo tante leggi. Sono così tante che nessuno è in grado di conoscerle tutte. È quindi impossibile riuscire a rendersene conto (NB che non dico “seguirle”, perché la maggior parte sono veramente impensabili).
Perché?
Perché, dico io, permettiamo che vengano emesse leggi che stabiliscono quante persone possono trovarsi contemporaneamente nello stesso posto?
Perché in alcuni stati (non faccio nomi) ci sono articoli di legge che stabiliscono quante volte un essere umano maschile può “scrollare” il suo organo sessuale dopo aver fatto la pipì in un bagno pubblico? Oppure stabilisce che NON può fumare nel suo proprio appartamento?
Perché, sempre in certi stati, esistono leggi che permettono lo spaccio e la vendita di prodotti pericolosi (leggi esplosivi, armi, droghe) e la prostituzione, ma ne vietano l’uso, tanto da giungere ad avere poliziotti femmine che si fingono prostitute per arrestare i probabili clienti?
Perché ci lasciamo illudere dalle spiegazioni che certi provvedimenti sono ESCLUSIVAMENTE per il nostro bene?
Perché ognuno pretende di avere un insieme di leggi infallibile e ha il potere di coinvolgere anche chi non sa cosa stia realmente facendo?
Io dichiaro qui, in questo mio testo,che …
Ogni essere umano DEVE avere gli stessi diritti di tutti gli altri e UN SOLO DOVERE: rispettare il diritto dei suoi simili finché questo diritto sia congruo con il loro dovere!
Cosa vogliamo di più?
sabato 8 giugno 2013

Non sempre chi vince ha ragione…

di Massimo Enzo  Grandi
Secondo le cronache un tempo Il Tibet aveva ampie estensioni in varie zone della Cina grazie agli appoggi con i Mongoli, i Ming e i Quing.
Nel 1911 – quando cioè si concluse l’Impero Celeste e nacque la Repubblica di Cina (in seguito proclamata Repubblica Popolare di Cina nel 1949) – Il Tibet divenne quello stato indipendente che vive ancora nel nostro immaginario con i monaci in continua preghiera capeggiati da quel personaggio che è il Dalai Lama.
Questo personaggio è molto seguito in tutto il mondo per i suoi insegnamenti che non si riferiscono esclusivamente a norme di condotta legate al buddismo o al lamanesimo, bensì per l’umanità stessa che egli riesce a infondere nei suoi discorsi. È proprio grazie a questa sua qualità che viene spesso invitato un po’ ovunque nel mondo a tenere conferenze, a portare un po’ di luce e di speranza e, non per ultimo a trovare conforto e appoggio per l’esilio forzato in seguito all’invasione dei territori del Tibet da parte della Repubblica Popolare di Cina.
In Svizzera sono moltissimi ad appoggiare la causa del Tibet e, sinceramente, si è sempre creduto che alche il nostro governo avesse un occhio di riguardo per questa situazione non di facile soluzione (vista la potenza della parte in causa). in effetti è proprio così: “si è sempre creduto”. Lo si è fatto fino a metà aprile 2013, quando durante un’ennesima visita in Svizzera il Dalai Lama non è stato ricevuto ufficialmente dal Consiglio Federale ma solo da alcui parlamentari.
Secondo le prime informazioni i notiziari televisivi hanno chiaramente indicato come causa principale di questa “mancata ufficializzazione” della visita – come invece è accaduto con tutti gli altri governi dei paesi in cui il Dalai Lama si è finora recato – al fatto che il Governo svizzero fosse in strette trattative economiche proprio con la Repubblica Popolare di Cina!
Malgrado in Svizzera vi sia una delle più grandi concentrazione di profughi tibetani, il nostro governo non ha alcuna intenzione di intrattenere rapporti in quanto “Il Tibet forma semplicemente una regione autonoma all’interno della Cina e, inoltre, non è giunta alcuna richiesta formale in merito”.
Siamo a inizio giugno, e nel frattempo le trattative con la Cina sono “a un ottimo punto” e il Consiglio Federale è molto soddisfatto… perché io allora non lo sono? Perché non mi sento a mio agio sapendo che le persone che ci rappresentano si abbandonino a “orgie economiche” con un paese che non ha rispetto per l’individualità ed il diritto umani? Questa mancanza di rispetto non è riferita solamente al modo in cui hanno agito verso un popolo straniero quale quello tibetano, ma comprende anche le ingiustizie verso il proprio stesso popolo.
Ogni cittadino cinese viene trattato come schiavo e viene defraudato da ogni diritto di lottare per la propria liberazione. Come avviene con la religione in certi paesi, in Cina questo avviene anche soprattutto in modo violento già a partire dalla tenera età, quando cioè è più facile annullare completamente la volontà di un individuo… però forse non è nulla, rispetto agli utili miliardari che la confederazione riuscirà a realizzare esportando formaggio con i buchi e orologi di plastica in un paese dove il popolo è obbligato ad acquistarne un tot con la prospettiva di continuare a produrre merce pericolosa e scadente da riempire gli scaffali dei negozi in Svizzera che altrimenti venderebbero solo roba di qualità…