sabato 28 maggio 2016

Si dice che


Si dice che occorre trovare delle soluzioni al traffico eccessivo sulle strade. Ecco che allora si propongono nuove tasse, ora sul carburante, ora sotto altre forme le più fantasiose, ora con una tassa sui parcheggi - ma che la si chiama tassa di collegamento per darle un’impronta più chic.
Solitamente io cerco di vedere le soluzioni ai problemi analizzandoli da aspetti che solitamente non si tengono in considerazione, forse per comodità di chi non li vuole risolvere ma anche perché si devono toccare troppe situazioni scomode.
Da un articolo letto questa mattina ho notato come qualcuno - che mi sembra uno di quelli molto perspicaci - ha accennato al fatto che la tassa di collegamento è controproducente perché “è probabile che i commercianti si rivalgano sulla clientela”… Beh, a parte il fatto che “di sicuro” lo faranno, il ragionamento non farebbe una grinza. O ci si aspetta che Centri commerciali e negozianti paghino la tassa di tasca loro? Praticamente è come quando si pretende di far pagare i mezzi pesanti una tassa supplementare per l’inquinamento che creano, perché è giusto che “chi inquina paga”, immaginandosi che gli autisti o le ditte di trasporto vadano a fare lavori supplementari da un’altra parte per coprire il costo maggiorato dei trasporti, e già, perché sono in pochi a rendersi conto che questi costi supplementari vanno ancora ad influire sul portafoglio del consumatore.
Ma torniamo alla nostra “tassa di collegamento” e al traffico. Cominciamo a chiederci perché ci sono così tanti veicoli in circolazione. Io i miei mezzi li ho sempre acquistati con soldi che avevo a disposizione. Non mi sono assolutamente mai azzardato ad acquistare un veicolo se non potevo permettermelo. Ma oggi cosa succede? Prestiti facili a destra e a sinistra (e intanto un oggetto che vale 100 lo paghiamo in realtà 120 o 150), leasing (dove paghi e hai l’impressione che l’oggetto sia tuo anche se non lo è) e condizioni favorevoli dei commercianti di automobili e addirittura agevolazioni statali… Poi ti vengono a dire di non usare l’auto. 
Praticamente da una parte la spinta e dall’altra il (finto) freno, perché in fondo i soldi vanno tutti a finire sempre nelle tasche delle stesse persone, quelle che hanno i soldi da investire per averne ancora di più. Quei soldi infatti vengono reinvestiti per agevolare ancora il traffico, strade nuove, nuovi tunnel a destra e a sinistra. Strade che renderanno il traffico più scorrevole fino a quando prima o poi sarà nuovamente congestionato perché sempre più persone credono di poterne approfittare.
Non hai i soldi per l’auto? Non la compri. Basta. Non farti ingannare da chi ti vuol far credere che in questo modo sarebbero i “ricchi” ad approfittarne perché loro possono permettersi l’auto. Non è vero. I “ricchi” saranno anche molti in meno perché non gli hai dato la possibilità di arricchirsi alle tue spalle.
Non ci credi? Prova a ragionarci su un attimo. Chi sono gli investitori azionisti delle banche e delle grandi società che si occupano praticamente di tutto? Sono sempre le stesse persone - spesso anche legate a personaggi politici -  che ti vogliono convincere a fare ciò che conviene loro. Insieme formano i “consigli di amministrazione” in modo che un domani sia difficile incolpare uno o l’altro perché le decisioni sono state prese dal consiglio di amministrazione per il bene dell’impresa. 
In molti casi addirittura questi membri del consiglio di amministrazione non sanno neppure di cosa si occupa esattamente l’impresa che rappresentano, forse solo una vaga idea.
Lo scopo dell’impresa non è nient’altro che quello di aumentare ogni anno il guadagno almeno del 150% in modo da distribuire sempre maggiori utili agli azionisti, di cui magari anche tu hai l’impressione di farne parte perché hai voluto investire qualche spicciolo. 
Quindi anche tu come piccolo investitore vuoi sempre di più, e non ti accorgi che per avere sempre di più da una parte dovrai pagare ancora di più dall’altra… finché un giorno tutto salta per aria e chi ha avuto i soldi se li tiene e fa finta di niente, mentre gli altri hanno pagato e si trovano con un pugno di mosche.

Ma torniamo nuovamente alla tassa di collegamento. Ti rendi conto che quei soldi verranno usati nuovamente per arricchire qualcuno che NON sei tu? E che questo succede perché tu vuoi continuare a girare con l’auto che probabilmente non potresti permetterti? Ti rendi conto che i mezzi pubblici (sponsorizzati dallo stato e quindi da te) sono strapieni solo negli orari di punta mentre per le altre corse “che così tanto vogliamo” sono praticamente quasi vuoti? Il costo dei posti vuoti deve essere recuperato da coloro che fanno il viaggio magari in piedi perché devono andare a lavorare… tutti alla stessa ora, tutti per lo più lontani dal domicilio. Da Mendrisio vanno a lavorare a Lugano e da Lugano vanno a lavorare a Mendrisio… perché?
venerdì 27 maggio 2016

Tattica militare del cavallo di troia

Tattica militare del cavallo di Troia


(immagine di Nadia Visconti)

“In quel periodo sapevamo che ogni strategia bellica sarebbe stata riconosciuta e combattuta con qualsiasi mezzo a disposizione del nemico.
Decidemmo così di affrontare la situazione nell’unico modo possibile : evitare lo scontro aperto e diretto sconvolgendo ogni possibile tecnica militare, creando un diversivo nel quale il nemico stesso ci accogliesse al suo interno, proprio da dove ci era possibile colpirlo direttamente al cuore senza che se ne rendesse conto.
Ci dedicammo quindi alla realizzazione di un piano che colpiva psicologicamente il nostro avversario in modo che, accecato dal suo Ego, fosse lui stesso ad accoglierci.
Ecco che mandammo in avanscoperta i nostri soldati senza armi. Un esercito fatto anche di donne e bambini, apparentemente innocuo che, proprio come avevamo calcolato, fu accolto compassionevolmente dal nostro eterno nemico.
Come previsto lo sistemò in vari punti strategici dove al momento opportuno avremmo avuto la possibilità di esplodere la nostra intenzione di conquista.
Le armi giunsero solo in seguito, e come previsto, da lì non ci fu difficile annientare gli infedeli. Non lasciammo anima viva senza incontrare resistenza, proprio come avevamo organizzato.
Ci fu purtroppo anche qualche vittima nelle nostre fila. Vittime del mare e delle onde che però si sono guadagnati un posto speciale nel regno di Allah.
Tutto questo è stato possibile perché Dio è grande e il suo nome incute timore, un timore che si legge ancora negli occhi terrorizzati dei pochi superstiti.”


من "قصص من القرن العشرين - 2016" من قبل ماسيمو انزو غراندي