lunedì 8 aprile 2013

Sei

(by Massimo Enzo Grandi)

Notizie che parlano di cose incomprensibili ora bianche e ora nere. Quando credi di aver riconosciuta la verità da una parte o dall’altra, ecco che ne compare un’altra: rossa. Il tutto è nuovamente in discussione.

Libertà di informazione! Si, certo… fino a che questa libertà non è anche di interpretazione, di condizionamento, di “credimi è come dico io e non come vedi tu”. Meglio sarebbe non essere informati. Rimanere all’oscuro per poter godere della luce e illudersi… oppure approfondire, con il rischio di scoprire che non era vero niente, che sei stato volutamente distratto per un altro scopo.

Sei. Confusione.

Forse la passività è ancora l’attività più idonea. Una indifferenza che fa la differenza in quello spazio finito di un universo infinito, una indifferenza che lascia il vuoto da riempire con la concretezza e la certezza: il tentativo di misurare l’immisurabile.

Sei. E speri che tutto taccia. Sei. E l’attesa di ciò che ti aspetta diviene insopportabile, spostando ancora più lontano ciò che hai bisogno di aver vicino, soprattutto e in primo luogo di avere.

Sei. E lo scorrere dell’aria attorno a te ferisce con il suo fragore assordante. Ma ciò che più  ferisce è il sapere sia solo il preludio a ciò che continuamente devi fingere di accettare per non peggiorare la situazione.

Sei. Lo sai di essere tu ad attrarre gli eventi, a creare il percorso su cui proseguire verso quel luogo che si trova ovunque tu voglia. Ben sapendolo ti meravigli di tutte quelle informazioni di cui faresti volontieri a meno. Informazioni che ti stringono lo stomaco in contrazioni che a fatica riesci a tenere sotto controllo. Sono proprio io che ho attirato tutto questo? Perché? Mi chiedo…

Sei. Freddo. Tristezza con la gioia pronta a saltar fuori con un bel “Finalmente!”

Sei. Anzi no, ormai le Sette.

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