mercoledì 13 febbraio 2013

Costituzionale

by Massimo Ezo Grandi

In Svizzera abbiamo la nostra bella Costituzione che regolamenta l’andamento della nostra società, peccato che alcuni punti importanti in essa contenuta vengano spesso “annullati” dalla stessa o dalle varie leggi, normative e regolamentazioni varie, stabilite a livello federale o a livelli cantonali, per non parlare della possibilità di svariate possibilità di interpretazione (in base a convinzioni o interessi personali).

Non occorre essere particolarmente istruiti per rendersi conto che questo documento non solo è spesso contro i veri interessi dei cittadini, ma addirittura alcuni punti importanti e “intelligenti” non vengono assolutamente messi in pratica.

Il testo della Costituzione inizia con un preambolo dove si asserisce che gli articoli in essa contenuti sono stati redatti “nel nome di Dio onnipotente” il che implica già l’accordo con una idea religiosa distinta ma non specificata. Ognuno ha la propria idea su Dio oppure non ne ha alcuna… per il sottoscritto Dio significa Gioia, Amore, Verità e non può assolutamente essere abbinato ad una religione e tanto meno a testi definiti “sacri” (senza per altro rifiutarli o giudicarli), altri si affidano e credono in un Dio (o in molti Dei) che affliggono l’umanità e il creato di orribili punizioni qualora non ci si attenga alle loro severe disposizioni; altri ancora invece non credono assolutamente in un Dio…

Quale mai sarà quindi questo “Dio onnipotente” che “benedice e regge” la nostra costituzione? Quale valore può avere un simile testo per chi non crede in Dio?

Viene spontaneo chiedersi se questa dichiarazione non sia già una scusa per giustificare delle prese di posizione contro gli interessi di alcuni cittadini a favore di altri, viene praticamente stabilito infatti a priori che la responsabilità delle dichiarazioni della Costituzione è da attribuire esclusivamente a Dio… Bella forza!

Da che mondo è mondo le religioni ci insegnano che per essere più vicini a Dio dobbiamo soffrire, rinunciare, sentirci in colpa per le nostre gioie; nel frattempo i rappresentati di tali religioni vivono nel benessere, nell’abbondanza e soddisfatti (con ferma convinzione) di agire nel nostro bene e soprattutto “nel nome e per volontà di Dio”; è lecito pensare che anche il testo della Costituzione venga strumentalizzato nei confronti di cittadini fiduciosi che accettano di soffrire, rinunciare e sentirsi in colpa per il benessere dei pochi?

Nel preambolo della costituzione non viene solo tirato in causa Dio, viene anche fatta una dichiarazione di “coscienza della responsabilità di fronte al creato”, responsabilità che in realtà viene sempre più a scomparire per permettere la folle avanzata di un economia distruttiva, ancora nell’interesse di pochi, facendo oltretutto credere alle “vittime” (i cittadini lavoratori) che si tratta di garantire loro un posto di lavoro (sempre più spesso sottopagato e a condizioni che stanno tornando al medio-evo).

Anche da noi in Svizzera la natura e l’ambiente subiscono danni irreparabili che compromettono la vita stessa. Solo una minima parte dei cittadini si rende veramente conto di cosa stia veramente succedendo ma non può suonare il campanello d’allarme perché gli si legano le mani etichettandoli come asociali, si fa di tutto per ridicolizzarli e ci si accontenta di proporre soluzioni che non sono concrete ma semplicemente “illusorie” e, ancora una volta, sono a favore di pochi e non di tutti.

Ecco che, per esempio, invece di responsabilizzare i cittadini sui pericoli legati al consumismo selvaggio, si fa di tutto per incentivarlo; si permettono e addirittura si promuovono delle pseudo necessità che ci rendono dipendenti da beni di consumo, servizi, situazioni e convinzioni che, in realtà, non solo non sono di primaria importanza, ma addirittura sono dannosi per la nostra esistenza e per l’ambiente in cui viviamo. Vengono creati dei veri imperi legati allo smaltimento dei rifiuti e del riciclaggio facendoci addirittura pagare anche per questi “servizi”.

Da una parte vengono ammessi deturpamenti ambientali per la costruzione di capannoni industriali privati (sovvenzionati dallo stato) anche se non vi è ancora prevista alcuna attività al loro interno (addirittura sembra che i proprietari ricevano ulteriori sussidi se questi rimangono vuoti) e dall’altra invece si ostacola con pedante pignoleria un altro privato che vuole risanare il proprio rustico in montagna

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